venerdì 17 aprile 2009

La solidarietà su Facebook..?

Ieri sono arrivato ad un limite. In treno, non so se vi è mai capitato, si ascoltano molte conversazioni, a volte anche involontariamente, alcune "fastidiose", altre ancora perchè, dovendo passare il tempo, sentire qualcuno parlare di cose proprie aiuta a far si che l'attesa sia più rapida.
Ebbene, ieri era una di quelle giornate: ho sentito 2 ragazze che raccontavano dell'incidente di un loro amico o conoscente, e della "solidarietà" (se così volete definirla...io personalmente userei un altro termine...) che gli era stata data su Facebook.
N.B. Premetto: sono contrario a questo social network, ma non per questo voglio dire che ognuno non possa scrivere quello che vuole; ovviamente ognuno è libero di scrivere quello che vuole secondo la propria opinione.
Raccontavano di decine di persone, che neppure conoscevano questo povero tizio, che lo trattavano come se lo conoscessero da una vita, che creavano gruppi a cui associarsi per sostenere la sua guarigione, gli inviavano auguri, che da una vita a questa parte, non avevano neanche mai pensato di inviargli.
Con questo non voglio dire che sia ipocrita mostrare un qualsiasi atteggiamento di solidarietà, ma penso che ci sia un limite, almeno, tra il contatto "personale" e quello che si ha in rete.
Trovo che sia un atteggiamento appartenente al tipico "voglio apparire" più che un atto solidale: un azione reale, in certi casi, è sicuramente migliore di una scritta su Facebook.
Non voglio far parte di questa comunità, che invece sembra ormai catturare il mondo. Ammetto che abbia i suoi lati positivi: trovare persone disperse nel mondo con un click, oppure poter contattare vecchie conoscenze, sono sicuramente due degli aspetti più interessanti. Ma il fatto stesso che l'esistenza della persona sia basata sul mito della "fotina", e che tutto quello che scrivo debba essere poi riflesso a tutti i miei "amici" (le virgolette non sono casuali...), mette in mostra il vero scopo di questo network, così come preannuncia il titolo stesso. E' prima di tutto la tua faccia, intesa come la tua immagine, di cui fanno parte anche le parole che scrivi, la prima cosa che importa...non tanto il contatto personale.
E' questo che non concordo in Facebook, nel fatto che ricalchi l'obbiettivo del pubblicizzare che già viene perseguito da molti nella realtà, come diceva gia Giacomo(http://onemorequestion.wordpress.com/2009/04/06/odio-parola-forte-ma-stavolta-me-la-permetto/) .
E' a questo punto che vi chiedo: per voi quella è solidarietà..? Forse non sarebbe meglio smetterla, puntando a fare cose concrete, piuttosto che scrivere parole di consenso ,che prima di tutto, siano visibili a tutti..?