mercoledì 13 maggio 2009

Sfogo...ovviamente senza andare nel "mio" particolare

Stavolta voglio parlare di qualcosa che mi ha riguardato, generalizzando però un pò il tutto e parlando sotto un certo punto di vista della questione generale del "rispetto".
Perchè questo argomento..?Perchè come sempre sono polemico?mm...si, sono polemico...Ma non nel senso di voler controbattere tutto quello che mi viene detto, più che altro nel senso di non riuscire a sopportare determinate cose. Sono il tipo (ostinato rompiballe) che quando gli viene messa in tasca non riesce proprio a starsene zitto. Ho come una coscienza parlante che non riesce a sopportare il classico "ma si dai che sarà mai, tutto passa". No. Su questo no!
Badate: il gesto compiuto da chi pensa d'esser superiore, può essere anche il torto meno grave del mondo, ma può diventare (per colui che viene considerato inferiore, detto anche "fesso" dall'altro) anche pretesto di vendetta. Già...maligno forse, ma come si fa a comportarsi altrimenti verso persone che agiscono in mala fede? peraltro, senza un valido motivo?
Ho sempre creduto al rispetto come qualcosa,prima di tutto, reciproco: oggi ne parlavamo tra compagni di corso e ho chiaramente affermato, per l'appunto, che preferisco non essere considerato se so di non avere rispetto da parte di un altro/a. Che senso ha essere salutati se poi nel mentre ti vengono lanciati dietro nient'altro che accidenti. Qualcuno dice che sia questione di educazione. Io penso che l'educazione spetti soltanto alle persone che rispettiamo e che ci rispettano.
Immagino il rispetto come un muro. Un muro "alto" perchè non può far passare facilmente i "soffi" dei pregiudizi, delle dicerie, dei pensieri maligni e chi ne ha più ne metta; ma allo stesso tempo "fragile, sottile" perchè basta un "gesto", inteso nella sua connotazione più ampia di atto o parola, per abbaterlo.Il muro va inteso nella sua solidità, non nella sua chiusura.
La vendetta da attuare allora non sarà ne difficile ne violenta. Ovviamente. Il "fesso", in precedenza, aveva avuto soltanto il merito (con risultato negativo) di prestare "buon senso", fiducia, ma non per questo può essere di certo ritenuto inferiore. E così basterà la semplice quanto efficace indifferenza, che altro non coincide se non con la perdita del rispetto.
Così forse, colui che veniva considerato stupido e ostinato, sarà adesso anche superiore, perchè avrà dimostrato che è più conveniente alzare i muri per costruire edifici intorno a persone di cui ci si può fidare, piuttosto che costruirli intorno a persone per le quali l'edificio si potrebbe abbatere a partire dalle fondamenta.

3 commenti:

Nous ha detto...

Il rispetto va inteso secondo un precetto ambivalente, poichè influenzato da vari punti di vista. Ovviamente, la prima cosa che viene in mente è la dialettica "rispettato"-"rispettoso" e viceversa,e questo porta a prendere inevitabilmente posizione verso l'uno o l'altro ambito, senza rendersi conto che nel più semplice e naturale dei casi le cose sono ben diverse. Chi pretende rispetto è colui che generalmete lo dà agli altri. E questo secondo un comandamento biblico sarebbe riconducibile alla frase "non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te" (o ad un imperativo kantiano molto simile);il tutto assume significato dogmatico però qualora lo si rapporti all'ambito sociale in maniera abitudinaria, senza rendersi conto che si è stati influenzati a proposito. Il rispetto va dato a tutti, ma solo per stabilire una regola del gusto convivere che soddisfi la propria morale. Solo in tal caso questa autarchìa sarà perfettamente consona con la sfera sociale.
Dare rispetto agli altri è segno di "educazione";giustissimo, tanto vero che chi non rispetta gli altri è maleducato e chi lo fa invece è il contrario, cioè educato. Ma in base a cosa si stabilisce l'educazione,e se essa sia "giusta" o "sbagliata"? Nella sfera relativistica tali termini sono usati per indicare due classi di appartenenza diversamente sfruttate, nel senso che tutti sono sempre nel "giusto", e non si sentono mai nello "sbagliato", quasi a dar ragione ad Aristotele quando dice che l'uomo sbaglia perchè crede di fare del bene. Faccio una domanda al blogger, mio caro amico,e a tutti i lettori: è veramente "giusto" avere rispetto di chi non ne ha di te, "porgere l'altra guancia"? Sentirsi chi debole, chi oppresso, chi non integrato, di fronte ad una società composta da pedine pensanti, che valutano e giudicano secondo "educazione"?

carlo ha detto...

Sinceramente penso che in una società come questa sia molto difficile semplicemente permettere soltanto di "porgere l'altra guancia": io personalmente non lo farei mai, a meno che non ne valga con certezza, e sottolineo certezza, la pena.
Motivo?Semplicemente per il fatto che non mi reputo inferiore a nessuno, così come gli altri non li reputo tali rispetto a me.
Partendo da una condizione di assoluta parità, penso che sia impossibile, più che altro, basare un qualunque tipo di rapporto con una persona che non ha rispetto.
Non perchè tutti lo devono avere nei miei confronti, assolutamente, non costringerei mai nessuno a volerlo. E non perchè il rispetto dovrebbe essere alla base dei rapporti sociali, oppure un riflesso di quello che "ti potrebbe succedere allo stesso modo".
Penso sia essenzialmente una questione di fiducia: nel momento in cui io mi sbilancio, seppur solo in piccola parte, nel voler considerare una persona, mi sono comunque "fidato". Da ciò il rispetto e la conseguente educazione.
Credo che , ad esempio, salutare una persona, che più che altro si è "costretti" a salutare, sia più una questione di buon senso, e non di educazione: in quel momento non ci si sbilancia a favore di qualcuno, ma si compie, per buon senso intendo, un atto che è di pura convenienza.
Il buon senso, che pure è poco a questo mondo, è alla base del vivere sociale.
Dopo tutto questo discorso concludo dicendo: che motivo ci sarebbe di "porgere l'altra guancia" e sentirsi oppresso?

angelina ha detto...

....ooooooooooooh!!!Finalmente ce l'ho fatta ad entrare nei commenti!Non so come mai ma prima non riuscivo a farlo..vabbè!

Per quanto riguarda l'argomento "rispetto"...credo che dovremo tutti farci un lungo esame di coscienza per capire veramente il significato di questa parola, ma soprattutto tentare di non considerarlo come qualcosa che va al di là di quello che sarebbe il nostro atteggiamento naturale per la semplice paura di non rispettare chi abbiamo intorno.
RISPETTARE SIGNIFICA AMARE e dare tutto ciò che ci sentiamo di dare a qualcuno in quel momento..
avrei bisogno di avere almeno un'ora per esprimere ciò che penso riguardo a questo argomento, ma in mancanza di tempo, lascio per il momento quest'interessante discussione.
Mi sono intrufolata solo per dire a Carlo che la sorpresa per lui è pronta sul mio blog!